La modifica della disciplina del contratto a tempo determinato approntata dall’art.24 del D.L. 4 maggio 2023 n.48, riconosce ai contratti collettivi e quindi alle parti sociali un ruolo preminente nell’individuazione delle causali che possono giustificare la proroga oltre i 12 mesi o i rinnovi.
Tra l’altro è stato mantenuto il riferimento ai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 81/2015, lasciando così inalterata la possibilità per le imprese di costruire, con le OO.SS., delle intese collettive “sartoriali” create su misura per la specifica realtà aziendale.
La possibilità di individuare ulteriori esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, rimessa alle parti è un’ipotesi sussidiaria che interviene solo in assenza di una disciplina collettiva.
In quest’ultimo caso peraltro occorrerà andare a ricercare “nell‘arrière boutique“, i criteri e i principi giurisprudenziali che negli anni di vigenza della disciplina precedente e in particolare del D.lgs. 368/2001, si sono via via consolidati e che oggi devono essere tenuti in considerazione per evitare nuovi contenziosi in materia.